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Com’è noto e già pubblicato sul sito istituzionale dell’Ordine Nazionale dei Biologi, il Presidente Vincenzo D’Anna ha indirizzato al Ministro della Salute, Roberto Speranza, una propria nota inerente all’imminente adozione del Nomenclatore Tariffario di accompagnamento ai nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), ovvero delle prestazioni sanitarie che il Sistema Sanitario Nazionale garantisce, su tutto il territorio nazionale, gratuitamente agli utenti del servizio medesimo.
La nota del 4 novembre (clicca qui per prenderne visione) stigmatizzava le criticità insorgenti per i laboratori privati accreditati innanzi alla ulteriore riduzione delle tariffe degli esami a bassa complessità ed alta frequenza nel segmento della Patologia Clinica. Tariffe già assoggettate a consistenti riduzioni di importo negli anni passati. Pertanto, il Ministero è stato invitato dall’Onb a rivedere l’impostazione del processo tecnico posto alla base del calcolo delle tariffe, significando che i dati utilizzati fossero per lo più rilevati presso laboratori di elevato volume di prestazioni erogabili prevalentemente a gestione pubblica. Tanto in palese disarmonia con la realtà dei laboratori esistenti ed operanti in regime accreditamento definitivo, sul territorio nazionale, ovvero in prevalenza nel centro-sud.
La nota metteva in evidenza la sovrastima dei risparmi resi possibili dalle economie di scala, se non presso laboratori di consistente attività lavorativa. A tal fine accompagnava la comunicazione indirizzata al Ministero accludendo in apposito studio commissionato dall’Onb al gruppo di ricercatori sanitari del CREA Sanità, diretto dal Prof. Federico Spandonaro.
Il Ministero, con grande sollecitudine, ha inviato una nota di risposta (clicca qui per prenderne visione) che accoglie in gran parte le doglianze prospettate dall’Ordine dei Biologi. Dalla nota ministeriale si evince chiaramente che il tariffario in adozione sarà provvisorio e che nell’arco di appena due mesi il Ministero porterà a termine il nuovo calcolo delle tariffe di remunerazione già in atto presso una apposita commissione tecnica che reperirà i dati su strutture pubbliche e private di dimensioni intorno alla “soglia minima di efficienza” di 200.000 prestazioni/anno. Sarà tenuto in debito conto il lavoro del CREA Sanità e sarà avviato un confronto con gli Ordini professionali e le associazioni di categoria maggiormente rappresentative sul piano nazionale.
La risposta ministeriale ribadisce anche la volontà politica di tutelare e salvaguardare la rete delle strutture territoriali, nei limiti dimensionali delle medesime previsti dalla legge, come patrimonio da tutelare. Infine, si indica lo stanziamento economico, già reso disponibile dal Ministero, per le regioni che non hanno ancora provveduto ad approvare il piano di riorganizzazione della rete laboratoristica privata accreditata, che ammonta a 46 milioni di euro per il corrente anno ed a 23 milioni di euro per l’anno prossimo. Tanto al fine di favorire le strutture ad organizzare le forme di aggregazione territoriali.