“Clicca qui per vedere l’intervento del presidente Rossetto”
Di quali professionisti avrà bisogno la sanità del futuro e soprattutto: come è destinato a cambiare il mondo dei cosiddetti “camici bianchi“? Se ne è discusso a lungo, lo scorso venerdì 19 maggio, nell’ambito dell’evento “Salute Direzione Nord“, organizzato da Fondazione Stelline, InRete e Fondazione The Bridge, negli spazi della Fondazione Stelline a Milano. Per la prima volta, al focus-dibattito, nel ricco parterre di autorevoli ospiti del mondo sanitario lombardo e non solo, sono stati invitati anche i Biologi, rappresentati, nella circostanza, dal presidente del neonato Ordine dei Biologi della Lombardia, dott. Rudy Alexander Rossetto, il quale ha delineato quali siano le prospettive future, nel mondo sanitario clinico e di ricerca, dell’OBL.
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE ROSSETTO
Il dott. Rossetto ha iniziato, infatti, il suo intervento ripercorrendo i drammatici momenti che ha vissuto il nostro Paese, nei terribili mesi della pandemia, sottolineando quale sia stato il validissimo ed essenziale contributo fornito dai Biologi, che, seppur talvolta nell’ombra, hanno supportato tutto il percorso dell’infezione da Sars-CoV2, dalla diagnosi, fino ai vaccini ed alla terapia. Proprio grazie a questa esperienza, seppur drammatica, si evince quindi quale sia l’importanza e il valido contributo che possano dare i Biologi all’interno delle Case di Comunità, dalla diagnostica point of care, alla nutrizione e infine ai vaccini.
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE ROSSETTO
Nel suo intervento, alla domanda precisa su “quale sarà il professionista sanitario del futuro”, il dott. Rossetto ha ricordato che prima “occorre…trovarlo”. Perché, sì, mancano, “professionisti in tal senso”, soprattutto “per quanto concerne gli aspetti della formazione professionale“. E poi, ancora: una volta individuati, “dove collocarli?” si è chiesto il presidente dell’OBL. “Nelle Case di Comunità? Certo, tali strutture sono molto utili, ma fanno fatica a trovare personale”.
CASE DI COMUNITA’: BIOLOGO “CERCASI”
“La mia – ha proseguito Rossetto – è solo un’osservazione: ho visto figure professionali obbligatorie inserite negli organici di quelle Case dove però la figura del biologo non era stata contemplata. Come mai questa dimenticanza? Attenzione: non è una critica la mia, tuttavia fa riflettere il fatto che ancora oggi non si sappia bene di che cosa realmente si occupi il Biologo, una figura che, da sola, potrebbe svolgere più funzioni: point of care, prelievi capillari venosi, vaccinazioni anti Covid, analisi e referti degli esami di laboratorio, nutrizione, tamponi, ecc. ecc.”.
UNA FIGURA PROFESSIONALE UTILE ALLA CAUSA
“Credeteci: noi Biologi – ha rimarcato il presidente dell’OB Lombardo – possiamo fare realmente tante cose. Sfruttare una figura professionale come la nostra potrebbe seriamente rivelarsi un aiuto a 360 gradi, nel pieno rispetto, s’intende, delle competenze di tutti quanti gli altri Ordini e le figure professionali sanitarie”. “Non vogliamo fare i medici o gli infermieri. Vogliamo solo fornire il nostro contributo alla comune causa” ha insistito Rossetto ricordando che ciò che ancora manca è “la formazione”.
FOCUS SU SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE E FORMAZIONE
Perché, allora, “non lavorare sull’assenza di Scuole di Specializzazione per Biologi? Perché non ricordare che quelle esistenti non sono retribuite? Perché, come ho, tra l’altro, già chiesto tempo fa alla Regione Lombardia, non smistare le borse di studio di cui i medici non usufruiscono alle Scuole riservate all’area non medica? Così si formerebbe molto più velocemente altre figure professionali” ha aggiunto il presidente dell’OBL. A tale scopo, ha aggiunto: “sarebbe bene riunire Ats, Università e Regione attorno un unico tavolo perché l’idea per una nuova formazione prevede l’utilizzo delle richieste che partono dal territorio. In tal modo si potrebbe andare a completarle con corsi specifici di perfezionamento o master o, appunto, Scuole di Specializzazione”. La strada, dunque, per il presidente Rossetto: è quella di “puntare ad una formazione specifica di territorio”.
NON ESISTONO I TUTTOLOGI MA TUTTI DEVONO COLLABORARE
Quindi, a proposito della figura sanitaria del futuro: “tutti siamo importanti. Nessuno escluso. Non esiste il tuttologo, ciascuno di noi è chiamato a collaborare nel pieno rispetto dei compiti e di quello che le nostre leggi istitutive ci dicono di fare. Come Biologi abbiamo fatto un ottimo lavoro insieme con i farmacisti che potrebbe sfociare nelle farmacie dei servizi o nelle Case di Comunità”.
IL CONTRIBUTO DELLA VICEPRESIDENTE DELL’OBL BEDONI
Come Ordine, ha aggiunto Rossetto: “uno degli sviluppi tecnologici verso cui ci stiamo dirigendo è quello delle nanotecnologie e della biofotonica nell’approccio diagnostico e terapeutico, grazie anche all’esperienza nel campo del vicepresidente dell’OBL dott.ssa Marzia Bedoni (a sua volta presente all’evento meneghino, ndr), ricercatrice presso la Fondazione don Gnocchi oltre che direttrice di un laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica”.
NANOTECNOLOGIE: IL…”PASSAGGIO UNO”
“Su questo, come Ente territoriale, stiamo puntando forte. Diciamo che, essendo, il nostro, un Ordine nato da poco, quello delle nanotecnologie è un po’ il nostro cosiddetto…passaggio uno”. “Come OBL – ha concluso Rossetto – noi ci siamo. Da qui la richiesta che rivolgo a tutti i rappresentanti del mondo delle professioni sanitarie di riunirci spesso e collaborare per trovare soluzioni comuni e utili per tutti. Perché, ricordiamocelo sempre, se lavoriamo bene sarà il bene dei nostri pazienti a prevalere”.
CHI ALTRI C’ERA ALL’EVENTO
Nota di cronaca: erano presenti all’evento, come uditori, con la vicepresidente dell’OBL, dott.ssa Marzia Bedoni, anche la consigliera, dott.ssa Arianna Bettiga, la collega, dott.ssa Gloria Marchini (tutor nel progetto Scuola-Esami di Stato) e l’avv. Mario Poinari (consulente legale OBL).