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“La Lombardia che vorrei”: secondo appuntamento con il talk dedicato a sport e salute. Focus sul ruolo dei biologi

di Ufficio Stampa
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Sport e salute, atto secondo. Nella serata di sabato 1 giugno, è andato in scena un nuovo appuntamento del talk incentrato su sport e salute che ha visto protagonista la biologa nutrizionista Giorgia Carabelli, intervenuta su delega del presidente dell’OBL Rudy Alexander Rossetto. Nel suo intervento, la dottoressa Carabelli ha voluto valorizzare l’importanza che il biologo ricopre nel progetto della Regione “La Lombardia che vorrei“, dove tale figura professionale è sempre più richiesta e necessaria nella rete di attività sanitaria ma non solo in quella. Parlando di sport, infatti, è stato evidenziato come il biologo sia chiamato a svolgere un ruolo fondamentale in materia di nutrizione, ma anche per quanto concerne i controlli degli esami ematochimici, l’antidoping e soprattutto nel garantire un corretto stile di vita che veda andare sempre più a braccetto l’attività sportiva e la corretta alimentazione, un binomio di base, quest’ultimo, a dir poco vitale affinché il metabolismo si mantenga attivo. Il tutto alla vigilia delle prossime Olimpiadi, la più importante vetrina mondiale dello sport agonistico nonché lo spazio ideale in cui il biologo potrà recitare fino in fondo la propria parte. Tutto questo grazie alla nuova “rappresentanza” di categoria che ha consentito ai “camici bianchi” di poter spiccare il volo, emergendo ed espandendosi in più campi di azione. La dott.ssa Carabelli ha anche parlato dell’importanza del biologo per quanto concerne la prevenzione delle patologie oncologiche, argomento di cui pure si è discusso a lungo durante il talk dell’1 giugno, quando, ad esempio, si è parlato del tumore alla mammella ma anche delle neoplasie prostatiche oltre al focus sulle problematiche legate ai disturbi del comportamento alimentare, al diabete, alle patologie croniche ed al legame tra neoplasie stesse e obesità. Il biologo – è stato sottolineato nel corso della serata – può contribuire assolutamente a personalizzare la terapia, garantendo una corretta alimentazione ad personam su misura. Ma non solo. In questo periodo si sta infatti parlando sempre più di salute mentale: ebbene anche qui l’apporto del biologo è a dir poco prezioso per la programmazione di piani alimentari personalizzati su base genetica e nella prevenzione di patologie neurodegenerative operando in collaborazione con altre figure sanitarie quali psicologi e neurologi perché, si sa, è l’unione fa la forza!!

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