L’ambito del Laboratorio Biosanitario rappresenta un settore cruciale della Biologia moderna, con applicazioni che spaziano dalla diagnostica avanzata alla ricerca scientifica. Il nuovo Comitato Tecnico Scientifico (CTS) dedicato proprio al Laboratorio Biosanitario, istituito dall’Ordine dei Biologi della Lombardia, ha l’obiettivo di valorizzare e sviluppare le competenze dei Biologi in questo comparto, favorendo innovazione e multidisciplinarietà.
Il CTS Laboratorio Biosanitario si propone di promuovere lo sviluppo delle competenze e dell’innovazione nel settore, favorendo l’integrazione tra ricerca e pratica diagnostica. Grazie al lavoro congiunto di esperti come la dott.ssa Marzia Bedoni e la dott.ssa Laura Pandolfi, il comitato punta a creare nuove opportunità per i Biologi, rendendoli protagonisti di un approccio sempre più multidisciplinare e orientato alla medicina del futuro. Questo percorso riflette la missione dell’Ordine dei Biologi della Lombardia: valorizzare la professione e contribuire al benessere globale attraverso innovazione e conoscenza.
Cosa fanno i Biologi nel campo del laboratorio biosanitario? E quali sono le potenzialità di questo settore per i prossimi anni?
Marzia Bedoni, vicepresidente OBL, spiega: «Il Biologo all’interno del laboratorio biosanitario può svolgere un’attività diagnostica, ma anche un’attività di ricerca. Dal punto di vista diagnostico abbiamo metodiche sempre più avanzate che supportano l’attività quotidiana del Biologo e quindi possono essere utilizzate nel campo dell’immunologia, nel campo della microbiologia, delle analisi biochimico-cliniche e nell’ambito della citogenetica».
Molte le attività dei Biologi all’interno dei laboratori. «Per quanto riguarda l’attività del Biologo all’interno dei laboratori di ricerca, il nostro ruolo può essere prezioso sia negli ospedali e nei laboratori di tipo privato, sia nelle strutture pubbliche, dove svolgiamo attività finalizzate a trovare nuovi biomarcatori, con scopo diagnostico, o biomarcatori più efficaci di monitoraggio del trattamento farmacologico o riabilitativo, . Il tutto è supportato dalla bioinformatica e dall’intelligenza artificiale. Quest’ultima, nel futuro sarà uno dei campi più utili e che affiancheranno l’attività del Biologo nell’attività biosanitaria in quanto possono essere integrati con le metodiche che attualmente sono in uso. Peraltro, una delle principali attitudini del Biologo è anche quella della interdisciplinarietà. Una delle expertise che deve avere il Biologo è anche quella di parlare lingue diverse, quindi lavorare in team interdisciplinari insieme ai chimici, ai fisici e agli ingegneri, per poter avere un Biologo che porta veramente innovazione all’interno del panorama biosanitario», ha spiegato la referente del CTS Laboratorio Biosanitario.
Laura Pandolfi, coordinatore del team, aggiunge: «La figura del Biologo all’interno del laboratorio biosanitario lo troviamo a diversi livelli, dalla ricerca di base alla ricerca clinica, fino alla ricerca traslazionale. Per quanto riguarda la mia esperienza, il mio lavoro, il Biologo lo troviamo all’interno della diagnostica clinica, ovvero all’interno di laboratori analisi che possono essere in ospedali pubblici, privati o anche in laboratori privati, in strutture private, dove eseguono test con strumenti automatizzati per aiutare il medico ad effettuare una diagnosi per il paziente nel miglior modo possibile. In questo, ci tengo a sottolineare l’urgenza e la necessità di lavorare in stretta collaborazione con la figura del medico, perché il lavoro del Biologo all’interno della diagnostica clinica è fondamentale. La multidisciplinarietà e la collaborazione con le diverse figure professionali sono fondamentali per poter effettuare un’analisi sempre più precisa e personalizzata per il paziente», conclude.
Il Presidente Rossetto si contraddistingue per un’analisi particolarmente acuta e proiettata al futuro: «Il Biologo avrà un ruolo sempre più centrale nel laboratorio biosanitario del futuro, grazie all’evoluzione delle tecnologie, alle nuove esigenze del settore sanitario e al crescente bisogno di competenze multidisciplinari. alcune prospettive e aree di sviluppo del ruolo del Biologo». Ecco i principali ambiti di intervento evidenziati dal Presidente:
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- Diagnostica avanzata:
– Biologia molecolare e genetica: il Biologo sarà cruciale nello sviluppo e nell’applicazione di tecniche diagnostiche basate sul sequenziamento genetico (es. NGS), PCR e altre metodiche molecolari per identificare patologie genetiche, infettive e tumorali.
– Diagnostica personalizzata: collaborerà all’implementazione della medicina di precisione, sviluppando test specifici per trattamenti personalizzati. - Terapie innovative:
– Terapie geniche e cellulari: il Biologo potrà contribuire alla progettazione e validazione di nuove terapie basate su cellule staminali, CRISPR-Cas9 e altre tecnologie.
– Farmacologia traslazionale: sarà coinvolto nello studio dei meccanismi molecolari delle malattie per sviluppare nuovi farmaci. - Automazione e intelligenza artificiale (IA)
– Gestione dei big data: con l’uso crescente di tecnologie omiche (genomica, proteomica, metabolomica), il Biologo sarà coinvolto nell’analisi e interpretazione di grandi quantità di dati clinici e biologici.
– Automazione di laboratorio: collaborerà all’uso di piattaforme automatizzate e IA per ottimizzare i processi diagnostici. - Prevenzione e sorveglianza sanitaria
– Epidemiologia molecolare: parteciperà a programmi di sorveglianza per malattie emergenti e monitoraggio delle resistenze antimicrobiche
– Salute pubblica: contribuirà alla progettazione di strategie di prevenzione basate sulla comprensione dei fattori genetici e ambientali delle malattie. - Sostenibilità e sicurezza
– Sicurezza biologica: collaborerà nella gestione di laboratori con rischio biologico elevato, come quelli dedicati alle malattie infettive emergenti.
– Ricerca ambientale e salute: lavorerà sull’impatto dei fattori ambientali sulla salute umana, contribuendo a progetti di sostenibilità. - Collaborazione interdisciplinare
– Integrazione con altre figure sanitarie: il Biologo sarà parte di team multidisciplinari con medici, farmacisti e biotecnologi per affrontare le sfide sanitarie.
– Formazione e divulgazione: si occuperà anche di educare altri professionisti e il pubblico su temi di salute e bioscienze. - Innovazione e ricerca
Sarà coinvolto nella ricerca di base e applicata per comprendere meglio i meccanismi delle malattie e sviluppare nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche.
- Diagnostica avanzata:
«Il Biologo del futuro sarà una figura chiave nel laboratorio biosanitario, grazie alla sua capacità di adattarsi e di integrare competenze biologiche, tecnologiche e sanitarie in un contesto in continua evoluzione», conclude Rossetto.
MEMBRI CTS:
Laura Calvillo, Annamaria Galietta, Alessandro Genovesi, Cristina Lapucci, Martina Mandruzzato, Rosario Musumeci, Luca Salvaderi