Il Presidente dell’Ordine dei Biologi di Lombardia Rudy Alexander Rossetto, propugnatore della causa della presenza delle donne nei consigli di Amministrazione, è sostenitore e firmatario (insieme con le rappresentanze di altri molti altri Ordini professionali) del manifesto “Donne nei CdA, non si tratta solo di parità di genere, ma di opportunità di crescita per il nostro Paese”, pubblicato da Il Format e da diverse testate online.
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“Credo molto nel valore di una presenza equilibrata delle donne nei team di lavoro, e non solo per i Consigli di Amministrazione!”, afferma Rossetto. “Ritengo che ogni singola posizione lavorativa, apicale e non, debba venire riconosciuta per motivi di capacità e di merito, non in base al sesso. Il punto, però, è che di donne bravissime e meritevoli è pieno il mondo, ma ancora oggi le loro competenze non sono adeguatamente valorizzate. Stiamo perdendo una grande opportunità di crescita per la società e per il Paese”. Non si tratta soltanto di una questione di parità di genere, dunque. “Sulla spinta di questi valori in cui crediamo, il nostro CdA è composto da due donne e due uomini e il nostro dream team è pieno di biologhe valorosissime”, conclude il Presidente.
Da troppo tempo, le donne sono state tenute ai margini delle decisioni aziendali, ma diversi studi avvalorano il dato che una maggiore presenza di donne nei CdA porta a risultati di bilancio migliori, anche perché le donne portano con sé un bagaglio di esperienze, competenze e prospettive diverse dagli uomini. Secondo i dati della Consob, una rappresentanza significativa di donne nei CdA compresa tra il 17% e il 20% è associata a migliori risultati in termini di performance finanziaria (del 20% del fatturato secondo uno studio di Harvard Business Review), ma anche di governance e innovazione.
Quante donne ci sono nei CdA in Italia?
Si stima che nelle prime 100 società italiane per capitalizzazione, le donne nei CdA siano circa il 42% e negli ultimi dieci anni il loro incremento è stato di 25 punti. Le donne Ceo, tuttavia, attualmente sono solo il 4%. Il Manuale della Commissione Europea destinato a consulenti e manager delle risorse umane riconosce l’equilibrio di genere nei ruoli decisionali come un vantaggio competitivo per le aziende. Questa diversità di pensiero è un tesoro inestimabile per le organizzazioni, che possono così beneficiare di una visione più ampia e inclusiva.
La legge Golfo-Mosca (legge 12 luglio 2011 n. 120) ha rappresentato un primo importante passo avanti nel nostro Paese, ma la strada è ancora lunga. È necessario continuare a lavorare per superare gli stereotipi di genere, per promuovere una cultura aziendale più inclusiva e per garantire pari opportunità a tutte e tutti. La parità di genere non è un optional, ma una necessità. “È tempo di costruire un futuro in cui le donne possano esprimere appieno il loro potenziale. Nella visione dell’Ordine dei Biologi di Lombardia, questa è già una realtà”, conclude il presidente, Rudy Alexander Rossetto.