Si è aperto oggi a Roma il congresso nazionale “Nanoinnovation 2024”, che racconta le ultime innovazioni sul tema dalla voce dei massimi esperti in materia. L’appuntamento, nel Chiostro Rinascimentale della Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università Sapienza di Roma, è organizzato dall’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (Airi) e dall’Associazione NanoItaly ed è patrocinato dall’Ordine dei Biologi della Lombardia.
Per il secondo anno consecutivo, l’Ordine dei Biologi partecipa al congresso Nanoinnovation, evento di riferimento nazionale per la vasta e multidisciplinare comunità di studiosi coinvolta nello sviluppo delle micro e nanotecnologie e della loro integrazione con altre tecnologie abilitanti in tutti i settori applicativi. Il Presidente dell’Ordine dei Biologi della Lombardia, Rudy Alexander Rossetto, intervenuto in apertura dei lavori ha affermato: “Crediamo molto nelle nanotecnologie e nella collaborazione con le altre figure che ruotano intorno a questo ambito di specializzazione. Dobbiamo partire dai numeri per capire quali strategie impostare e come portarle avanti, trasformandole in una grande potenzialità, sia a livello aziendale sia sul piano della formazione”. “In Italia ci sono circa 850, 900 Biologi a livello nazionale che si occupano di nanotecnologie, di cui circa il 20% lavora in Lombardia, ma il successo delle nanotecnologie e del lavoro che c’è dietro è importante per tutta Italia. Noi facciamo da ariete in questo settore, ma come Ordine vorrei che questo successo si estendesse a tutta Italia”, ha detto.
FONDAMENTALE IL CONTRIBUTO DEI BIOLOGI
Molti i temi che Rossetto, con le sue abilità dialettiche, ha legato all’eccellenza di questo ambito in quanto imprescindibili da un lavoro orientato al successo collettivo prima che individuale e ai progressi per la salute dei cittadini.
“Il 70% dei Biologi sono donne. Da pochi giorni abbiamo sottoscritto un manifesto che chiede una maggiore presenza delle donne dei CDA e, come ho avuto occasione di sottolineare più volte, ritengo che le donne debbano esserci per le loro alte competenze, non in quanto donne. È una questione di meritocrazia”, ha sottolineato Rossetto.
Parlando di Università e anche di formazione, Rossetto ha sottolineato che ogni facoltà lombarda ha almeno un corso dedicato alle nanotecnologie o alle biotecnologie. L’Università di Milano ha addirittura cinque corsi sul tema e la Bicocca tre; sono argomenti in forte sviluppo per i quali c’è una forte richiesta.
“La Lombardia è un hub chiave per la ricerca e per l’industria in Italia, specialmente nei settori avanzati come la biotecnologia e la nanotecnologia. Milano e altre città della Lombardia ospitano numerose aziende e istituti di ricerca attivi in questi campi. Il 35% dell’industria italiana che si occupa di nanotecnologie è in Lombardia, quindi l’investimento c’è a livello di aziende stesse, ora servirebbe un investimento anche nella formazione sul tema”, afferma Rossetto.
Fondamentale, il ruolo dei Biologi, che portano una prospettiva unica alla ricerca nanotecnologica.
“Noi Biologi contribuiamo allo sviluppo di concetti come la biomimetica e la bioispirazione. Inoltre, facilitiamo la progettazione di nuovi nanomateriali e dispositivi con funzioni migliorate. I Biologi si concentrano soprattutto su applicazioni come la nanomedicina, i biomateriali e le nanobiotecnologie. Ciò di cui sono convinto, è che la nanotecnologia di ispirazione biologica può rivoluzionare la medicina e l’assistenza sanitaria, perché offre soluzioni a sfide urgenti come la somministrazione mirata di farmaci e il rilevamento di malattie a livello molecolare”.
QUANTE SONO LE AZIENDE IN LOMBARDIA
La Lombardia è la regione leader nell’ambito delle nanotecnologie, registrando il 28% delle aziende italiane attive nel settore delle biotecnologie, il 56% del volume delle vendite e il 30% degli investimenti in ricerca e sviluppo. Purtroppo c’è un invecchiamento progressivo della popolazione e un aumento dell’incidenza di malattie croniche. Si prospetta che nel 2050 i cittadini lombardi di almeno 65 anni d’età saranno il 32% della popolazione, rispetto al 22,9% di oggi. Non è un dato da sottovalutare.
Il PNRR ha destinato alla Lombardia 428,4 milioni di euro di importanti investimenti (su un totale di 3 miliardi per ospedali e case comunitarie). “È importante che Università, aziende e istituzioni siano congiunte in questa azione, per formare persone che abbiano poi la possibilità di lavorare in quel campo. Il Biologo, come tutte le altre figure, ha un ruolo fondamentale nella ricerca e questo deve far pensare al fatto che siamo i primi Biologi d’Italia a entrare a far parte delle case di comunità. Un protocollo di intesa stilato con l’ATS di Bergamo vede l’inserimento del Biologo in tanti settori all’interno della multidisciplinarietà che c’è all’interno delle case comunitarie. Ci sono 199 nuove case comunitarie pianificate nella Regione, tutte classificate come hub di cui 151,2 milioni di euro destinati ai nuovi ospedali di comunità. C’è quindi sviluppo e interesse, ma manca personale”.
Nella conclusione del suo intervento, il Presidente Rudy Alexander Rossetto si è rivolto a junior e senior “Ricordatevi che come senior e junior avete due ruoli fondamentali. I senior hanno il compito di trasferire l’esperienza, che non si può sempre insegnare a livello universitario con i libri. I giovani hanno il dovere di essere curiosi e seguire i senior che danno una guida, che hanno passato e visto crescere l’evoluzione che si traduce poi anche in progetti”.
Al riguardo, il team OBL ha presentato al Ministro Antonio Tajani (Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale dell’Italia) dei progetti dedicati al Made in Italy in Europa, con al centro le nanotecnologie, ma anche l’ingresso dei Biologi nell’Esercito Italiano, pensando alle potenzialità Made in Italy da esportare all’estero.
Appuntamento a dopo domani, 12 settembre, con l’intervento della Vice Presidente dell’Ordine dei Biologi della Lombardia, Marzia Bedoni, responsabile del Laboratorio di Nanomedicina e Biofotonica Clinica della Fondazione Don Gnocchi, parte del Comitato Direttivo del Convegno da diversi anni. La Vicepresidente dell’OBL Marzia Bedoni ha organizzato, con l’Università di Modena e Reggio Emilia, per la sessione di nanomedicina, il workshop dal titolo “Nanomedicine: From Research to Clinic Application”.
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