L’Ordine dei Biologi della Lombardia martedì 12 novembre, presso la sede di Regione Lombardia a Milano, ha partecipato alla prima seduta del tavolo consiliare regionale dedicato al tema “Obesità, diabete e stili di vita”. Al tavolo di lavoro si è riunito il direttivo dell’intergruppo, composto da Silvia Scurati, Claudia Carzeri, Alessia Villa e Carmela Rozza con l’obiettivo principale di definire, ciascuno per il proprio ambito, le aree di intervento ed individuare le procedure d’azione più efficaci.
Alla riunione consiliare erano presenti anche il Presidente dell’Ordine dei Biologi, Rudy Alexander Rossetto, la Consigliera Arianna Bettiga e il Biologo nutrizionista Maurizio Fiocca. Il Presidente Rossetto ha illustrato la “visione” dell’intergruppo, presentando una serie di progetti concreti e condivisi da attivare in tempi brevi con l’obiettivo di tracciare una strada comune e collaborativa.
Come sottolineano i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in occasione dell’odierna Giornata mondiale del diabete, si tratta di un tema di grande attualità: nel mondo si stimano oltre 530 milioni di adulti con diabete, numero destinato ad aumentare a 640 milioni nel 2030. In Europa la malattia interessa circa 60 milioni di adulti.
ATTIVITÀ E CRITICITÀ
I Biologi rappresentano una risorsa fondamentale nel settore della nutrizione, con una presenza che costituisce quasi il 40% della categoria sia in Lombardia sia a livello nazionale. Questo li rende un punto di riferimento essenziale per il monitoraggio e la promozione della salute pubblica. A livello nazionale, i Biologi che lavorano nel settore della nutrizione una presenza capillare sul territorio, persino superiore a quella delle farmacie. Questa rete diffusa potrebbe essere valorizzata e messa al servizio della comunità. La richiesta dei Biologi è dunque di essere considerati come risorsa strategica per promuovere interventi di salute pubblica e di educazione alimentare.
Esistono però alcune criticità significative, come la mancanza di accesso al fascicolo sanitario elettronico. Questa limitazione complica la gestione dei pazienti, soprattutto dei diabetici che si rivolgono a un Biologo nutrizionista per supporto dietetico. Senza accesso diretto ai dati clinici, il professionista deve affidarsi alle informazioni fornite dal paziente, oppure richiederle al medico, già spesso sovraccarico di lavoro. Questa situazione rallenta l’efficienza del processo e rischia di compromettere la qualità dell’assistenza.
Si tratta di un primo passo a livello nazionale: in quanto figure sanitarie, i Biologi dovrebbero avere il diritto di accesso ai dati sanitari. Inoltre, il contributo dei Biologi nel caricamento dei dati sullo stesso fascicolo potrebbe diventare un’opportunità per ampliare gli screening, ad esempio raccogliendo informazioni sulla familiarità con il diabete e molto altro, questo ciò che esposto e chiesto il Presidente Rossetto in quel di Regione Lombardia. Questa attività, attualmente non prevista per i Biologi, potrebbe essere integrata nel sistema sanitario. L’Ordine dei Biologi si dichiara disponibile a collaborare, con professionisti pronti a mettere a disposizione le proprie competenze per migliorare la salute pubblica.
«Siamo al primo posto anche a livello occupazionale, (+14%) e siamo l’unica figura sanitaria a non essere in crisi e in forte crescita, insieme ai matematici. Sicuramente l’importanza di poterci “utilizzare” oltre che successivamente sul lato di protocolli che vogliamo tenere in atto, la ritengo un’opportunità per Regione Lombardia e per l’Intergruppo. Quindi massima disponibilità, facendo ovviamente ognuno il suo, collaborando insieme per un unico obiettivo: il cittadino», ha dichiarato il Presidente Rossetto.
Un altro aspetto fondamentale riguarda le scuole. È in atto un progetto di divulgazione e formazione, non solo per i ragazzi, ma anche per i genitori, che sono spesso i principali responsabili degli acquisti alimentari. Quando si parla di prevenzione, i Biologi sono in prima linea, focalizzandosi sulla progettazione e diffusione di modelli alimentari sanitari. Questo approccio potrebbe essere esteso anche nelle scuole, offrendo una formazione adeguata sia agli studenti sia agli adulti. Si osserva, infatti, che i genitori spesso faticano ad interpretare le informazioni nutrizionali riportate sulle etichette dei prodotti alimentari, come ad esempio sulle confezioni di cibo. Il progetto scolastico è già attivo e molte scuole hanno aderito. C’è un grande potenziale per ampliarlo ulteriormente, coinvolgendo l’intergruppo e integrando competenze specifiche, come quelle relative alla prevenzione, allo sport e alla psicologia.
Alessia Villa, una delle fondatrici dell’intergruppo ha sottolineato: “Sapete bene, forse meglio di noi, che l’Intergruppo per come è stato strutturato consente di toccare una moltitudine di tematiche, quindi la necessità anche per le vostre professionalità, di creare degli argomenti, delle audizioni specifiche consente a noi di fare un lavoro più preciso. Il fatto di dare concretezza con documento da portare in aula è un po’ il nostro mestiere. Possiamo parlare per un mese di queste tematiche, ma dobbiamo dare un frutto al lavoro che stiamo facendo quindi grazie per la vostra collaborazione, per darci un supporto importante per questo lavoro!”.
Arianna Bettiga, Consigliera dell’Ordine dei Biologi della Lombardia, Biologa nutrizionista presso l’Ospedale San Raffaele e responsabile dell’ambulatorio di onco-nefrologia, ha preso la parola per approfondire diversi temi legati alla salute renale e alle malattie connesse. In particolare, ha discusso della connessione tra obesità, diabete e malattia renale, sottolineando come queste condizioni siano strettamente correlate. Un altro punto cruciale sollevato dalla dott.ssa Bettiga è la necessità di adottare criteri più incisivi nella prevenzione, soprattutto durante il periodo di insulino-resistenza, che precedono il diabete conclamato.
Ha inoltre evidenziato la necessità di fare una diagnostica differenziata nei pazienti affetti da diabete tra nefropatia diabetica e insufficienza renale cronica con eziologia non diabetica.
In questo senso, è fondamentale stabilire criteri diagnostici precisi per distinguere se la malattia renale sia il risultato di una nefropatia diabetica o se derivati da una patologia renale indipendente. La dott.ssa Bettiga ha poi affrontato il tema della diagnosi della malattia renale nella popolazione anziana, nei quali la stima della funzionalità renale basata sul valore della creatinina (eGFR) spesso sovrastima il reale valore di filtrazione glomerulare (GFR) o nei pazienti obesi nei quali invece l’eGFR spesso è sottostimato.
Infine, il Presidente Rossetto ha rilevato la necessità di una campagna di sensibilizzazione rivolta alla popolazione, proponendo la realizzazione di un opuscolo informativo che spieghi chiaramente il ruolo del Biologo nutrizionista. Questo materiale potrebbe essere distribuito in palestre, scuole e altri luoghi pubblici, con l’obiettivo di prevenire l’abuso della professione e di sfatare alcuni falsi miti riguardanti la nutrizione. La proposta, già avanzata 12 anni fa al Ministero della Salute, potrebbe trovare spazio in una campagna informativa promossa dalla Regione Lombardia, la quale potrebbe essere la prima a dare seguito a questa iniziativa.