Sara Cardin è stata tra le protagoniste della Notte Blu dei Biologi, l’evento che ha illuminato Palazzo Pirelli l’8 novembre, a Milano. Organizzato dall’Ordine dei Biologi della Lombardia in collaborazione con il Consiglio Regionale, l’appuntamento dedicato alla scienza e alla professione del Biologo, ha visto confrontarsi figure di spicco nell’ambito della salute, della ricerca, della politica, dell’esercito e dello sport, creando un dibattito ispirato e ricco di significato.
Campionessa mondiale ed europea nel Kumite, atleta del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito, con un palmarès straordinario che include quattro titoli continentali nella categoria fino a 55 chili. Cardin ha condiviso la sua energia e la sua storia alla serata.
Il presidente Rossetto l’ha accolta con un: «Grazie davvero, campionessa del mondo e grande amica, per essere qui».
La prima domanda, incisiva e diretta, ha toccato un tema particolarmente delicato: la pressione che molti atleti subiscono sul controllo del peso e sulla forma fisica. Sara ha raccontato come abbia vissuto in prima persona la complessa relazione tra corpo, nutrizione e prestazioni sportive, un aspetto che, come lei stessa ha ammesso, l’ha messa duramente alla prova.
Cardin ha condiviso con grande sincerità la sua esperienza, raccontando come nel suo sport, dove la categorizzazione per peso è fondamentale per raggiungere l’esplosività necessaria, spesso si finisca per vivere un rapporto complicato con il proprio corpo. Ha spiegato come, soprattutto da giovane, fosse disposta a tutto per raggiungere i propri obiettivi, anche a scapito della salute. Tuttavia, col tempo ha imparato ad accettarsi e a rispettare se stessa, considerando il fatto che prima di essere atleti si è persone. «Raggiungere l’eccellenza passa attraverso l’accettazione dei propri difetti e il diventare persone migliori. È fondamentale bilanciare corpo e mente e su questo la nutrizione, il sonno e la ricerca scientifica giocano un ruolo cruciale».
Il presidente Rossetto ha voluto sottolineare il coraggio di Sara nel raccontare la sua storia, ricordando quanto sia importante condividere anche le difficoltà per ispirare gli altri. Ha evidenziato che non è facile trovare persone così forti da rivelare non solo i successi, ma anche le criticità del loro percorso. «Sara è un esempio di tenacia. Ha sofferto di disturbi alimentari, ma ne è uscita e ha scelto di raccontare tutto in un libro. Questo tipo di testimonianza dimostra quanto sia importante non arrendersi, e molti professionisti hanno iniziato il loro percorso proprio superando ostacoli simili».
Cardin ha aggiunto: «Tutti ci vedono con la medaglia al collo, ma nessuno va a vedere le debolezze. Nessuno nasce coraggioso, ma tutti lo diventiamo. Debolezze ne abbiamo tutti, ed esternare le difficoltà è ciò che fa la differenza. Nello sport come il mio, dove c’è una categoria di peso che porta anche esplosività, bisogna rientrare in una categoria per potenziare una struttura e ridurre al minimo i grassi. Ti trovi in una condizione eccellente, ma ti dicono che devi calare di peso. Quando diventi professionista hai tante persone accanto, ma da ragazzi il maestro è unico ed è il tuttologo. Un ragazzo dà tutto per raggiungere il risultato, e avrei fatto di tutto anche a discapito della salute.» L’ho scritto nel libro Combatti! Ho scelto di vincere: «il risultato diventa un’ossessione, una fatica interna con la propria mente. Raggiungere l’eccellenza, invece, passa anche attraverso il diventare persone migliori con l’accettazione dei propri difetti. Negli anni si impara a considerare di più la propria persona e a rispettarsi di più. Prima di essere atleti, siamo persone, e questa parte è fondamentale. La vita di un atleta è costruita anche sul sonno, sulla nutrizione e sulla ricerca scientifica che servono a migliorare la performance e il rapporto tra corpo e mente. Abbiamo studiato l’attivazione corticale per verificare la risposta agli stimoli».
«A volte chiedo ai ragazzi quale sia il loro sogno e non mi sanno rispondere: è brutto. Per raggiungere l’eccellenza, la motivazione deve essere forte, perché i sacrifici non si vivono come tali. Ciò che auguro ai ragazzi è di avere entusiasmo e di massimizzare il talento. Le grandi motivazioni, se accompagnate al sacrificio, portano alle soddisfazioni», queste le parole della campionessa.
Il confronto si è poi spostato sul ruolo della famiglia nel supporto agli atleti. Rossetto ha ricordato quanto sia essenziale educare fin da piccoli a una corretta alimentazione, sottolineando l’impegno dell’Ordine in progetti di divulgazione nelle scuole per sensibilizzare i più giovani.
Un altro punto interessante ha riguardato l’etica e i valori condivisi tra il mondo militare e quello sportivo. Sara, con la sua esperienza sia come atleta sia come karateka, ha evidenziato che discipline come il karate e il contesto militare condividono pilastri fondamentali: disciplina, rispetto delle regole, autocontrollo, equilibrio interiore e spirito di sacrificio. «Questi valori», ha spiegato, «non solo guidano il percorso degli atleti verso l’eccellenza, ma sono anche un motivo di orgoglio. Indossare una divisa significa rappresentare qualcosa di più grande, ed è un onore che porto nel cuore, essendo profondamente legata ai simboli della nostra Italia».
Infine, Cardin ha rivolto un messaggio ai giovani, esortandoli a coltivare entusiasmo e determinazione. Solo con motivazioni profonde, ha concluso, i sacrifici diventano passi verso il successo e la soddisfazione.