Il futuro dell’ambiente passa anche attraverso le competenze e l’impegno dei Biologi. Sono stati nominati da OBL i primi referenti e i coordinatori dei Comitati Tecnici specifici (CTS) dell’Ordine dei Biologi della Lombardia, tra cui quelli del CTS Ambiente.
Abbiamo intervistato il referente Paolo Broglio e il coordinatore Simone Maiorana, del nuovo Comitato Tecnico Specifico Ambiente, per capire come la professione evolverà in questo ambito e quali opportunità si apriranno per i prossimi anni. Oltre a fornire consulenze, anche il CTS Ambiente è coinvolto in attività di ricerca, sviluppo tecnologico, monitoraggio delle normative regionali e partecipazione a bandi e progetti.
Cosa fanno i Biologi nel campo dell’Ambiente e quali sono le potenzialità della nostra figura in questo settore per i prossimi anni?
«La legge istitutiva della professione di Biologo, la numero 396 del 24 maggio 1967, risale a più di 50 anni fa, ma definisce chiaramente le potenzialità e le aree di intervento per i Biologi. In particolare, il Biologo ambientale ha la possibilità di specializzarsi in ben 58 ambiti diversi legati al suolo, all’acqua e all’ambiente», spiega il dottor Paolo Broglio. «Queste specializzazioni sono facilmente consultabili sull’albero dei Biologi, un disegno che si trova sul sito dell’Ordine e che illustra chiaramente le competenze e le attività che un Biologo può svolgere. Gli ambiti di intervento, in generale, spaziano dai controlli sull’ambiente della vita e del lavoro, come le rilevazioni audiometriche o l’impatto acustico, fino ai monitoraggi sull’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. La microbiologia sovraintende tutte queste specializzazioni, permettendo ai biologi di indagare su vari aspetti ambientali».
Una nuova e crescente area di interesse è rappresentata dall’economia e dal capitale naturale. Sebbene questo tema sia relativamente moderno, i Biologi l’hanno sempre esplorato e approfondito. Il Biologo può anche occuparsi di progettazione e gestione di impianti, come quelli per la depurazione delle acque biologiche e il compostaggio, con la possibilità di svolgere ruoli di direzione lavori.
Un’altra area di specializzazione è la “valutazione di impatto ambientale“, che include anche la valutazione strategica riguardante l’impatto ambientale di determinati progetti. Queste attività richiedono una formazione specifica e competenze approfondite.
«Ci sono anche specializzazioni molto particolari, come la Biologia marina, per chi si occupa del mare e dei suoi abitanti, e la limnologia, che riguarda l’acqua dolce», ha concluso Broglio.
Il dottor Simone Maiorana aggiunge: «il Biologo nel settore dell’ambiente si occupa di svariate attività, dal controllo della qualità dell’aria, delle acque e del suolo alla gestione delle risorse naturali. Per il futuro, le esperienze maturate saranno utili per migliorare e implementare la gestione di queste tre matrici, migliorare la gestione delle risorse idriche e la gestione dei rifiuti, ma non solo. La crescente importanza che riveste in questo momento l’ambiente può essere utile anche per investire sull’educazione ambientale dei cittadini e quindi i Biologi possono essere utili anche per formare e per far crescere questa sostenibilità. Tutto ciò che facciamo deriva dai nostri studi passati, sia per la tutela dell’ambiente sia per il miglioramento della salute umana, che sono due aspetti strettamente correlati», ha concluso Maiorana.
Anche il Presidente Rossetto sottolinea l’importanza crescente della figura del Biologo Ambientale, evidenziando il suo ruolo cruciale per il futuro: «Il Biologo Ambientale rivestirà un ruolo centrale nel futuro, affrontando sfide ambientali globali e contribuendo allo sviluppo sostenibile». Di seguito le principali prospettive e responsabilità che lo caratterizzeranno.
- Tutela della biodiversità e degli ecosistemi: sarà fondamentale per preservare e ripristinare gli ecosistemi naturali, combattere la perdita di biodiversità e gestire specie invasive, promuovendo strategie di conservazione integrata e sostenibile.
- Monitoraggio e mitigazione dei cambiamenti climatici: il Biologo ambientale analizzerà gli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi e proporrà soluzioni basate sulla natura (NBS) per la riduzione delle emissioni di CO₂ e l’adattamento alle nuove condizioni ambientali.
- Gestione delle risorse naturali e sostenibilità: il Biologo sarà coinvolto nella pianificazione e gestione delle risorse idriche, forestali e agricole, promuovendo pratiche sostenibili nell’agricoltura, nella pesca e nell’acquacoltura.
- Monitoraggio della qualità ambientale: la nostra figura avrà un ruolo chiave nella valutazione della qualità di aria, acqua, suolo e rifiuti attraverso bio-monitoraggi e interventi per la bonifica di aree contaminate e il recupero ambientale.
- Urbanizzazione sostenibile e verde urbano: il Biologo del futuro parteciperà alla progettazione di città più verdi e resilienti, pianificando la gestione del verde urbano e periurbano, contribuendo al miglioramento della qualità della vita e alla riduzione dell’inquinamento.
- Innovazione tecnologica ed economia circolare: la nostra figura collaborerà all’implementazione di tecnologie per il trattamento biologico delle biomasse, il riciclo dei rifiuti e lo sviluppo di processi a basso impatto ambientale, promuovendo modelli di economia circolare.
- Educazione e sensibilizzazione ambientale: avremo un ruolo educativo, promuovendo la consapevolezza e l’educazione ambientale nelle comunità per favorire comportamenti più responsabili verso l’ambiente.
- Valutazione del rischio ambientale ed eco sanitario: sempre di più il Biologo studierà gli impatti delle attività antropiche e dei cambiamenti climatici sulla salute umana e animale, intervenendo nella valutazione dei rischi e nella pianificazione ecologica.
- Ruolo strategico nelle politiche ambientali: il Biologo ambientale contribuirà alla definizione e attuazione di normative, piani di gestione di aree protette, politiche di crescita blu e pianificazione territoriale sostenibile.
«Il Biologo Ambientale sarà un professionista essenziale per costruire un futuro resiliente, sostenibile e in equilibrio con la natura, attraverso approcci interdisciplinari e soluzioni innovative», ha concluso il Presidente.
MEMBRI CTS:
Stefano Dumontet, Luca Giovanni Bisogni, Eugenio Gosso, Marcello Iriti, Manuela Meloni, Vittoria Percivalle, Davide Radaelli, Gianluca Vicini, Alice Martignoni