La genetica rappresenta una delle frontiere più affascinanti e strategiche della Biologia moderna, con implicazioni che spaziano dalla ricerca pura fino alla medicina personalizzata e alla prevenzione. Il nuovo Comitato Tecnico Specifico (CTS) dedicato alla Genetica, istituito dall’Ordine dei Biologi della Lombardia, si pone l’obiettivo di approfondire e valorizzare il ruolo dei Biologi in questo settore cruciale, lavorando su questi temi.
Il CTS Genetica si propone, infatti, di creare un ponte tra ricerca scientifica e applicazioni pratiche, fornendo ai Biologi strumenti e competenze per affrontare le sfide future. Grazie al lavoro congiunto di professionisti come il dottor Renato Colognato, referente del gruppo, e la dott.ssa Gloria Marchini, coordinatrice, il comitato punta a favorire la diffusione di conoscenze avanzate, promuovendo una visione integrata della genetica che abbracci non solo la diagnosi, ma anche la prevenzione, l’innovazione e il miglioramento della qualità della vita. Questo approccio, che mette il Biologo al centro di un ecosistema multidisciplinare, riflette l’evoluzione della professione verso un futuro sempre più dinamico e orientato al benessere delle persone.
Cosa fanno i Biologi nel campo della genetica?
La dott.ssa Gloria Marchini, coordinatrice del CTS Genetica, spiega: «i Biologi rivestono un ruolo fondamentale nel campo della genetica in quanto permettono e hanno permesso di comprendere diversi meccanismi sul ruolo anche dei geni. Alcune scoperte fondamentali degli ultimi anni – per esempio quella del ruolo di CRISPR-Cas, che recentemente ha meritato un premio Nobel – contribuiscono alle nuove conoscenze non solo a livello genetico, ma anche per comprendere diverse patologie e allo sviluppo di nuovi potenziali farmaci. Anche grazie al nostro contributo si andrà sempre di più verso la medicina personalizzata e di precisione».
Quali sono le potenzialità della figura del Biologo nel settore della genetica per i prossimi anni?
Il dott. Renato Colognato, referente del CTS Genetica, prospetta: «Il ruolo del genetista nel futuro sarà sicuramente incentrato sui fenomeni predittivi e quindi sulla prevenzione delle patologie, non più soltanto su una medicina che tende a considerare la diagnosi della malattia. Negli ultimi dieci anni abbiamo sicuramente visto lo sviluppo di settori della branca di genetica come l’epigenetica, la farmacogenetica e la nutrizione. Nel campo della nutrizione, si svilupperà quello che oggi viene definito nutrigenetica o nutrigenomica, cioè si studieranno tutti degli approcci genetici che invece di tendere alla diagnosi tendono alla prevenzione e si tenderà a indagare questi fenomeni proprio nell’ottica di dare un supporto ai nostri professionisti della nutrizione o ad altri professionisti nel campo della Biologia, in una medicina che tende a prevenire più che a curare».
La visione del Presidente Rossetto al riguardo è particolarmente lungimirante e approfondita: «Credo fermamente che il futuro della genetica rappresenti una straordinaria opportunità per migliorare la qualità della vita e per affrontare le sfide globali. Le prospettive per il nostro Ordine si articolano in diversi ambiti chiave, che vedo come centrali per il nostro impegno e sviluppo». Di seguito, i settori cardine individuati dal Presidente:
- Espansione della medicina personalizzata: la combinazione di genomica, proteomica e metabolomica continuerà a supportare lo sviluppo di terapie su misura basate sul profilo genetico individuale. L’integrazione con l’intelligenza artificiale permetterà l’analisi di grandi quantità di dati per predire e prevenire malattie con maggiore precisione.
- Terapie avanzate: i Biologi giocheranno un ruolo cruciale nello sviluppo di nuove strategie di editing genomico, con applicazioni in terapia genetica e rigenerativa. Utilizzo delle nanotecnologie sarà integrato agli approcci molecolari, per il rilascio mirato di farmaci.
- Sostenibilità e agricoltura: l’utilizzo di strumenti genetici per migliorare la resilienza delle colture ai cambiamenti climatici sarà fondamentale, anche per ridurre l’uso di pesticidi e aumentare la produttività agricola.
- Espansione delle applicazioni tecnologiche: creazione di biosensori basati su dati genetici e metabolomici per il monitoraggio della salute in tempo reale. Fondamentale, lo sviluppo di piattaforme digitali per la diagnosi e il trattamento di malattie complesse, combinando dati genetici, proteomici e ambientali.
- Biodiversità e cambiamenti climatici: studi genetici avanzati per affrontare il declino della biodiversità e adattare le specie alle condizioni ambientali in mutamento. Inoltre, noi Biologi ci occuperemo di analisi genomiche per la gestione degli ecosistemi e la previsione delle risposte ecologiche a lungo termine.
«Il futuro vedrà un’integrazione sempre più stretta tra ricerca biologica, tecnologia e innovazione. Questo percorso ci consentirà non solo di rispondere alle sfide scientifiche e ambientali, ma anche di contribuire in modo significativo al benessere della collettività», conclude Rossetto.
MEMBRI CTS:
Silvia Paganini, Marilena Chiaradia
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