I Biologi? “Figure professionali fondamentali per lavorare ad una transizione ecologica che sia realmente sostenibile”. Lo ha sostenuto l’eurodeputato Carlo Fidanza, nel suo intervento durante il convegno “Notte Blu: stato dell’arte e prospettive future“, promosso e organizzato dall’Ordine dei Biologi della Lombardia – presieduto dal dott. Rudy Alexander Rossetto – e dal Consiglio regionale lombardo, lo scorso 17 novembre, per celebrare il primo anno di vita dell’ente di rappresentanza professionale oltre che il 56°anniversario dalla nascita dell’Ordine Nazionale dei Biologi (1967), oggi FNOB (Federazione Nazionale Ordine Biologi). “Sono qui per due ragioni” ha esordito Fidanza dal palco dell’Auditorum Gaber di palazzo Pirelli a Milano, la suggestiva location scelta per ospitare la kermesse. “Credo infatti fortemente nel contributo che i professionisti, e tra questi i Biologi, possono dare al sistema paese in questa fase” ha proseguito. “Non è una cosa banale perché spesso, in passato, tale mondo è stato un po’ accusato di essere conservativo, di ‘soffrire’ di dinamiche corporative e privilegi di casta” ha aggiunto l’europarlamentare. “Credo invece che il ruolo che i professionisti ed i rappresentanti di interesse possono svolgere nella società civile organizzata, sia a dir poco fondamentale e questo va affermato orgogliosamente”. Fidanza si è poi detto felice che “l’Ordine dei Biologi abbia deciso di territorializzarsi” in quanto, ha rimarcato tale passo “favorisce il dialogo con le istituzioni ed aiuta la categoria stessa a farsi apprezzare e conoscere”. Spazio poi al secondo punto: “i Biologi possono fornire un grosso contributo in tanti aspetti della nostra vita. Pensiamo, ad esempio, alla transizione ecologica, un tema che, in Europa, in questi ultimi anni, è stato al centro di un serrato dibattito e che magari è stato affrontato in maniera eccessivamente ideologizzata e con poco supporto scientifico”. Per il rappresentante dell’assemblea di Bruxelles: “non sempre, infatti, le valutazione di impatto ambientale ed economico, poste alla base di taluni provvedimenti, sono state sufficientemente aperte nell’accogliere i contributi della scienza, del mondo degli operatori e delle imprese“. Al contrario, ha sottolineato Fidanza: “c’è stato un approccio che ha privilegiato alcune indicazioni per giustificare scelte che erano già state prese a monte”. In tal modo, ha provocato: “è stato violato il principio della neutralità tecnologica“. Insomma: “si è ravvisata una chiusura dal punto di vista della disponibilità all’ascolto”. Ora, ha argomentato l’eurodeputato: “tornare ad un approccio che sia in grado di ascoltare la scienza e le ragioni di chi opera, con piena competenza, in questo campo, può essere fondamentale per realizzare una transizione che sia realmente sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale”. Dunque, a detta di Fidanza: “dare più voce ad una categoria come quella dei Biologi, potrà servire a dare più credibilità alle scelte che verranno fatte su materie destinate ad avere un impatto importantissimo su una platea di milioni di cittadini ed imprese europee”. Sempre rimanendo in tema di sostenibilità ambientale, l’esponente politico ha quindi ricordato che anche sul tema degli imballaggi “è in corso un confronto che molto giustamente preoccupa il sistema produttivo ed tanti i consorzi di riciclo“. Per Fidanza, infatti: “a causa di un approccio eccessivamente ideologico si rischia, paradossalmente, di penalizzare perfino la filiera delle bioplastiche!! Si è investito tanto in Italia in questi anni sul riciclo, attuando proprio delle normative europee; ci vantiamo di essere eccellenti nel campo della raccolta differenziata e nel campo delle bioplastiche e poi persino queste vengono penalizzate!! Riportare un po’ di razionalità in tale processo sarebbe pertanto cosa buona e giusta”. Tra l’altro, ha rilanciato Fidanza: “la stessa cosa accade con il tema del biogas. Anche in questo caso l’approccio green ha virato, in maniera talebana e decisa, sull’elettrico con il risultato che tutto il lavoro fatto dall’Italia su una filiera in grande espansione, è stato sacrificato sull’altare di una scelta che è apparsa anche meramente economica e che sta finendo per privilegiare soggetti lontani, ubicati in altri continenti”. L’eurodeputato ha poi concluso ricordando “l’importanza della sfida chiamata PNRR: è bene che i professionisti siano coinvolti in questa partita. Anche nelle pubbliche amministrazioni, infatti, si fa fatica perché non ci sono professionisti esperti capaci di ‘mettere a terra’ le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si fa fatica semplicemente perché mancano le persone giuste per riempire quei vuoti. E chi meglio dei professionisti, chi meglio dei Biologi per raccogliere la sfida chiamata PNRR?”. Da qui la mano tesa ai “camici bianchi”: “è compito della politica aprirvi le porte“.
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